La mitofagia inibisce amiloide e tau e cura il difetto cognitivo alzheimeriano

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XVI – 16 febbraio 2019.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: AGGIORNAMENTO]

 

L’accumulo di mitocondri danneggiati è un contrassegno del processo di invecchiamento e della neurodegenerazione legata all’età avanzata, così come di quella patologica che si sviluppa nella malattia di Alzheimer. Un numero considerevole di progetti di ricerca indaga i meccanismi molecolari dell’alterazione dell’omeostasi mitocondriale. Evandro F. Fang e colleghi hanno studiato la mitofagia, dimostrando che è alterata nella malattia di Alzheimer, ed hanno sperimentato l’effetto della stimolazione della mitofagia in modelli sperimentali della patologia neurodegenerativa, con risultati di notevole interesse.

(Fang F. E. et al., Mitophagy inhibits amyloid-β and tau pathology and reverses cognitive deficits in models of Alzheimer’s disease. Nature Neuroscience – Epub ahead of print doi: 10.1038/s41593-018-0332-9, Feb. 2019).

La provenienza degli autori è prevalentemente la seguente: Laboratory of Molecular Gerontology, National Institute on Aging, National Institutes of Health (NIH), Baltimore, MD (USA); Laboratory of Neurosciences, National Institute on Aging, National Institutes of Health (NIH), Baltimore, MD (USA);Institute of Molecular Biology and Biotechnology, Foundation for Research and Technology-Hellas, Heraklion (Grecia); Watherall Institute of Molecular Medicine, University of Oxford, Oxford (Regno Unito); Center for Healthy Aging, University of Copenhagen, Copenhagen (Danimarca); Department of Neuroscience, Johns Hopkins University School of Medicine, Baltimore, MD (USA).

Evandro F. Fang e colleghi dimostrano che la mitofagia è alterata nei neuroni dell’ippocampo di pazienti affetti da malattia di Alzheimer, in cellule staminali pluripotenti indotte derivate da neuroni alzheimeriani umani, e in modelli sperimentali della demenza neurodegenerativa.

Sono stati condotti, in modelli β-amilode (Aβ) e tau di Caenorhabditis elegans della malattia di Alzheimer, esperimenti di stimolazione della mitofagia mediante supplementazione di NAD+, urolitina A e actinonina, e si è ottenuto il recupero del deficit di memoria attraverso PINK-1 (PTEN-induced kinase-1)-, PDR-1 (Parkinson’s disease-related-1; parkin)-, o DCT-1 (DAF-16/FOXO-controlled germline-tumor affecting-1-)-vie dipendenti. La mitofagia ha diminuito le forme insolubili di Aβ1-42 e Aβ1-40 e ha prevenuto il difetto cognitivo in un modello murino APP/PS1 mediante la fagocitosi microgliale delle placche amiloidi extracellulari e la soppressione della neuroinfiammazione.

Gli esperimenti di rinforzo della mitofagia hanno abolito l’iper-fosforilazione della tau associata alla malattia di Alzheimer in cellule neuroniche umane, e hanno recuperato il deficit di memoria in nematodi e topi transgenici tau.

I risultati emersi dall’insieme di tutta la sperimentazione, per il cui dettaglio si rimanda al testo integrale dell’articolo originale, suggeriscono che la mancata rimozione dei mitocondri alterati è un evento trainante la patogenesi della malattia di Alzheimer e che la mitofagia possa rappresentare un potenziale intervento terapeutico.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle numerose recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Roberto Colonna

BM&L-16 febbraio 2019

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

_____________________________________________________________________________________________________________________

 

La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.